Il Vino è Musica,
la Musica è Vino.
MEGIXTONE
MEGIXTONE è il mio vino e rappresenta una proiezione di me stesso. Fare vino non è affatto semplice. La sfida è ciò che mi appassiona di più e così, partendo da zero, ho iniziato questa avventura. Non parliamo di digitale, ma di materia allo stato puro.
Qui, gli errori si pagano con tempo e denaro. Quando si fa vino in un certo modo, la fatica contadina e il lavoro mentale e spirituale hanno pari valore. Prima di questa esperienza, mi sono occupato di musica per molti anni. Scrivevo canzoni per la mia band e tutto nella mia vita era legato al mondo della musica. La disciplina musicale è molto rigida e flessibile allo stesso tempo. C’è una parte fortemente creativa che influenza la scrittura e l’interpretazione di un brano inedito. La costruzione di un arrangiamento è arte e scienza allo stesso tempo. Le intuizioni sono fondamentali per comunicare correttamente il proprio stato d’animo, ma le regole sono regole.
Vanno conosciute e rispettate se si vuole ottenere un certo risultato. Pensiamo alle intonazioni, alle armonizzazioni, all’andare perfettamente a tempo di metronomo. Tutto questo è più scienza che arte e se ne comprende l’importanza solo quando il rigore viene meno. L’approssimazione non ha mai generato grandi opere e tutto questo è stata una grande scuola di vita.
Dopo anni di dedizione, studio e perfezionamento sullo strumento, ci si accorge che suonare in una band o in un’orchestra è tutta un’altra cosa. Intervengono nuove variabili che possono dare ulteriore slancio rispetto all’esecuzione di un solista oppure appesantire una performance. In questa circostanza ho imparato cos’è l’equilibrio, la sincronia, il ritmo e il potere delle pause.
Tra i vari strumenti musicali esistono sicuramente delle gerarchie che regolano la loro presenza nel brano. L’umanità apprezza moltissimo la voce, soprattutto nell’epoca moderna in cui viviamo.
Tutto questo mi ha servito come chiave di lettura per creare il mio vino. La scienza enologica è molto rigorosa, così come l’ampelografia, l’agronomia, la microbiologia e l’arte degli abbinamenti. Ho studiato e approfondito in maniera empirica e teorica tutte queste materie, ma la creazione di un grande vino è qualcosa di più. Ho voluto percorrere una strada nuova, ricca di scelte istintive fatte con tecnica consapevole e matura. Come nella musica, così nel vino ho ritrovato un mezzo per comunicare me stesso.
La mia idea è quella di realizzare un GRANDE VINO DI LUSSO ITALIANO, NEL MODO PIÙ NATURALE POSSIBILE e, per realizzarlo, la musica mi ha insegnato come mettere ogni cosa al suo posto. I diversi tipi di suolo danno diverse uve e diversi vini, le maturazioni differenti danno diverse uve e diversi vini, così anche l’esposizione al sole, l’arieggiamento, la presenza di vene d’acqua sotterranea in punti ben precisi del vigneto danno vita ad elementi differenti.
Come la tavolozza di un artista è ricca di colori che possono dare vita a infinite sfumature, così io ho voluto creare i miei elementi per poter comporre una melodia musicale unica che risuonasse nel mio vino.
Dodici diversi tipi di suolo sono la mia sezione ritmica, dove si abbina un’uva perfetta per quel suolo che vedo come un basso; la gestione delle risorse idriche può essere un equalizzatore in grado di accentuare la freschezza che vedo nelle frequenze alte e acute di un brano. Armonizzare con le maturazioni, le zone maggiormente soleggiate. Tutto deve essere perfettamente al suo posto. Un’esecuzione impeccabile rappresenta la vendemmia, dove ho completamente abbandonato l’idea del grappolo lasciato cadere nelle cassette per abbracciare invece un gesto quasi di coccola per adagiare ogni singolo frutto con delicatezza ed attenzione tipica di un pianista quale sono.
Tutto diventa di estrema importanza, come le vendemmie che diventano addirittura trentasei in ogni annata per poter cogliere tutti i diversi timbri, dalla frizzante ed energica uva sottile e delicata delle giornate di ferragosto fino alle potenti uve di ottobre e novembre, ricche di bassi, note energiche dai volumi altissimi che fanno vibrare lo stomaco come un colpo di gran cassa.

QUESTO È COME PRODUCO MEGIXTONE, IL VINO CHE SI FA MUSICA E LA MUSICA CHE SI FA VINO.
15 ANNI DI RICERCA PER DARE VITA ALLA PRIMA BOTTIGLIA
Nella vita non ho mai avuto fretta. Saper aspettare è un’attività spesso sottovalutata. MEGIXTONE non sarebbe mai esistito se avessi avuto fretta, soprattutto fretta di monetizzare. Quando decidi che vuoi fare il miglior vino possibile e anche impossibile, non puoi avere fretta, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo un abisso. Quindici anni non sono una vita intera, ma un bel pezzo di essa. Considerando che ne ho quaranta, ho passato più di un terzo della mia vita ad impegnarmi in questo progetto.
Il motivo è semplice: mi piacciono le eccellenze, non amo le vie di mezzo e confrontarmi con una sfida simile mi ha dato grande soddisfazione. Non c’è mai stato un dubbio su quello che stavo facendo, tuttavia le difficoltà non sono mancate. Convincere i miei familiari ad appoggiarmi in questa sfida forse è stata la cosa più difficile. Convincerli di cosa esattamente?
Convincerli del fatto che fare un grande vino, forse il più grande che sia mai stato fatto in Italia, fosse solo una scelta nostra. La mia precisa volontà non comprendeva avere un buon rapporto energie spese / risultati ottenuti; mi sono impegnato solo nell’ottenere il risultato che volevo: UN VINO ECCEZIONALE, FUORI DAGLI SCHEMI, IN UN TERRITORIO SEGRETO, MA FORTEMENTE VOCATO dove forse per decenni è mancata la volontà e il coraggio di credere appieno nelle proprie potenzialità.
Non mollare è stato fondamentale, di fronte agli errori e agli insuccessi, ogni “stonatura” e imprecisione è facile perdere la rotta. Arrivare a seguire un’unica regola è stata la mia fortuna. Questa precisa e chiara regola può essere descritta in un’unica parola: DIMENTICARE. Esattamente DIMENTICARE tutto quello che mi avevano detto gli esperti, DIMENTICARE tutto quello che si diceva sul vino italiano, DIMENTICARE tutto sulla reputazione del vino regionale e soprattutto dimenticare ed eliminare completamente dalla mia mente questa frase: “VA BENE LO STESSO”.
Un modo di dire, un modo di pensare che troppo comunemente, soprattutto nei momenti di difficoltà e debolezza, è la causa di un insuccesso nella ricerca precisa dell’eccellenza. Quando le cose vanno bene e otteniamo ciò per cui ci stiamo impegnando è relativamente facile non mollare e continuare a visualizzare il risultato a cui stiamo aspirando, vicino o lontano che sia.
C’è un momento in cui si verifica un imprevisto oppure abbiamo investito molto tempo, soldi e fatica in un’attività che pensavamo fosse in grado di ripagarci con un risultato ottimale ed in linea con le nostre aspettative. Proprio in questa precisa situazione accade l’imprevisto e ciò che non ci auguravamo, anzi accade proprio quella cosa che sapevamo potesse succedere, ma speravamo con tutte le nostre forze che non accadesse. Il motivo di tale speranza è dettato dal fatto che affrontare quell’evento e prenderne atto avrebbe significato ricominciare da capo. Buttare tutto il lavoro fatto, rimettere in ordine le idee, capire cosa è stato sbagliato e ripartire per vincere la sfida a tutti i costi.
Quando questo accade perché hai raggiunto il 50% del risultato che volevi ottenere, è facile far comprendere a noi stessi che questa scelta è quella giusta da fare, ma quando siamo al 99% è molto più complicato allontanarsi dal “VA BENE LO STESSO”. Per diverse volte e per diversi anni ho fatto questa scelta, essendo molto critico con me stesso e accogliendo tutte le critiche e i commenti sul vino che stavo producendo. I consigli che ho voluto rifiutare sono stati solo quelli che mi esortavano ad essere soddisfatto di ciò che avevo ottenuto perché in fondo “VA BENE LO STESSO”.

CONOSCENZA DEI GRANDI VINI DEL MONDO
Il mondo dei grandi vini mi ha sempre affascinato e, con i primi risparmi ottenuti, ho iniziato a spendere cifre folli per poter avere accesso alle bottiglie più esclusive al mondo. Per me era necessario comprendere a fondo il motivo del pregio di certe bottiglie e come riuscirci se non assaggiandole ripetute volte?
Mi sono divertito anche a fare importanti comparazioni tra i vini stellari e quelli semplicemente pregiati per coglierne le differenze. Ho incontrato molti produttori di grandi vini cercando di capire cosa li rendesse così unici e quale fosse la loro storia. Ho riscontrato ben presto che la strada della pratica era quella giusta.
I corsi da sommelier non fanno per me.
Spesso si rimane troppo attaccati a dei dogmi che non sono aderenti alla mia realtà. Degustare e toccare con mano il prodotto mi ha dato una consapevolezza che molti appassionati di vino vorrebbero avere. Cosa proponeva il mondo dei grandi vini?
La Borgogna, Bordeaux, il Rodano, il Piemonte, la Toscana, la Napa Valley e tante altre etichette che messe insieme potevano valere come un appartamento. Questa è stata la mia scuola.
Le prove che ho fatto in questi quindici anni non sarebbero state sufficienti a darmi la sicurezza di aver ottenuto il risultato che volevo. Fondamentalmente avevo necessità di conoscere cosa proponeva il mondo dei grandi vini.
Il fascino che ho subito da bottiglie di cui non voglio fare i nomi è stato enorme. Era necessario scorrere tra le vecchie annate per capire l’essenza di liquidi che costano decine di migliaia di euro.
Sono arrivato fino alle viscere dei primi anni ’40 per cogliere la storia e l’evoluzione. Poi si è accesa in me una domanda.
PERCHE’ questi grandi vini, soprattutto se bevuti giovani, sono così difficili da godere e, dopo una bella serata dove si stappano bottiglie senza contare le gocce bevute, ci aspetta inesorabilmente una mattinata difficile, pesante, faticosa dove tutto il bello della sera precedente viene convertito in una miriade di effetti collaterali? E perché mai invece ci sono dei vini semplici da pochi euro che magari non sono l’eleganza fatta persona, ma sono in grado di regalarci mattinate stupende, lasciarci in ottima forma dopo serate in cui si è brindato in abbondanza?
Tengo a precisare che quella da me descritta è una situazione del tutto personale, vissuta e percepita dalla mia persona.
Parlando e confrontandomi, ho scoperto di non essere l’unico ad avvertire questi fastidi e così ho deciso di impegnarmi per unire le due cose: l’eleganza dei grandi vini pregiati, tra i più importanti al mondo pronti a stupire gli ospiti, gli amici, gli appassionati e i più grandi collezionisti; la genuinità, la digeribilità e la bontà del buon vino contadino che anche il grande Veronelli elogiava.
Così nasce MEGIXTONE, IL GRANDE VINO ROSSO DI LUSSO ITALIANO, REALIZZATO CON LE MIGLIORI ATTENZIONI AFFINCHÉ PRESERVI LE CARATTERISTICHE DI UN VINO FATTO CON LA SAPIENZA GENUINA DEL PASSATO. Unire l’eleganza e l’esclusività all’attaccamento per le pratiche estremamente genuine, questa è la mia sfida.

GRANDE RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO? NO GRAZIE! SOLO LA QUALITÀ PIÙ ESCLUSIVA AL MONDO!
Spesso sentiamo parlare di qualità-prezzo come il fattore da perseguire ad ogni costo sui prodotti che le aziende cercano di vendere. Io sono consapevole che per la maggior parte delle persone, anche benestanti, ciò sia importante, ma questa ricerca ossessiva può portare fuori strada, cioè può far sì che il prodotto che andiamo ad acquistare sia diverso da ciò che volevamo magari perché ha un ottimo rapporto qualità-prezzo.
MEGIXTONE NON È UN PRODOTTO A BUON RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO. CHI ACQUISTA UNA BOTTIGLIA DI MEGIXTONE VUOLE SOLO OTTENERE IL MASSIMO; UN VINO CHE POCHI AL MONDO POSSONO AVERE.
Credo che questa sia una grande novità per il mondo dei FINE WINE, dove l’attenzione al prestigio e all’esclusività è stata sempre la colonna portante dei brand, eclissando altre attitudini come la naturalità. Perseguire questo scopo indubbiamente richiede un investimento in termini di tempo e accollarsi un rischio molto elevato.
Per questo motivo è stato necessario tanto tempo e tanto lavoro per generare un prodotto che non si era mai visto prima nel mercato dei vini pregiati. Un grande vino di lusso ed estremamente attento alle pratiche naturali. Ciò richiede una particolare competenza che, se non viene maturata correttamente, può compromettere l’intero raccolto in vigna e la perdita del prodotto in cantina. Anche MEGIXTONE potrebbe avere qualche annata storta e per questo motivo ho deciso di non commercializzare in quel caso. Questo ovviamente crea un mancato profitto, proprio come ho deciso di procedere in questi quindici anni non commercializzando il prodotto.
Proprio come suggerisce il nome MEGISTONE, da cui deriva MEGIXTONE (tutte le particelle di tutti gli universi passati, presenti e futuri), le attenzioni dedicate alla produzione del vino MEGIXTONE sono infinite e gli infiniti dettagli che compongono questo progetto. Un prodotto attento alla qualità in maniera maniacale a qualsiasi costo perché per questo vino voglio ottenere solo il meglio. MEGIXTONE è un vino senza mezze misure. Ogni collezionista, appassionato amante del vino può scoprire un unicum in termini di esclusività e un’infinita attenzione alle migliori pratiche enologiche e agronomiche virtuose per la vita dell’uomo.
Molti si chiedono come sia possibile che un prodotto del genere sia nato in una regione vitivinicola minore. Credo che il caso abbia voluto che questa regione iniziasse a dimostrare che anche qui si può fare qualcosa di unico. È stato possibile grazie a un visionario che non ha accettato i limiti del suo territorio, non ha accettato la vulnerabilità delle pratiche antiche, non ha accettato di realizzare un vino abbassando la qualità delle uve a un livello commerciale e si è rifiutato di cogliere le opportunità dei numeri a discapito della qualità.
Della vendemmia 2021 sono disponibili solo poche centinaia di bottiglie e nelle annate successive poche decine. La natura ha deciso di donarmi queste possibilità e io le ho colte per generare il miglior vino possibile.
Il delicato equilibrio di MEGIXTONE si svolge lungo una linea sottile che passa per l’analisi dei suoli, l’individuazione di micro-zone, la coltivazione di un frutto in perfetta armonia e consociazione con il suolo sottostante, abbracciando l’ambiente circostante, attraverso un concetto dinamico delle rese per ogni singola pianta per ottenere frutta diversa, complementare che possa inserire elementi distintivi e di pregio all’interno di MEGIXTONE.
MEGIXTONE è frutto di alchimia ed armonia. Un fil rouge tipico di un’opera musicale lega in maniera indissolubile tutti gli elementi essenziali: l’ambiente, i tipi di terreno, la varietà delle uve, il metodo di coltivazione, la resa per pianta, le trentasei vendemmie di ogni annata, le diecine di tecniche enologiche utilizzate e mixate tra loro, l’affinamento e l’utilizzo del solo vetro come materiale puro a contatto con il succo.
Tutto ciò è necessario affinché il risultato sia unico, eccezionale ed irripetibilmente elegante.
